LA NOSTRA SCUOLA

La posa della prima pietra della scuola dell’infanzia di Solighetto risale al 20 maggio 1923, come inciso sulla lapide marmorea appesa all’interno della scuola. Nel 1924, per unanime volontà di popolo, fu inaugurata e divenne monumento vivente ai 44 valorosi del paese deceduti per la patria nel primo conflitto.
Nel 2005 iniziarono i lavori di ampliamento con la costruzione della nuova ala dell’edificio che ha consentito di ricavare gli spazi per il nido integrato e nuove aree ad uso della scuola dell’infanzia.

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Scuola dell’infanzia

La scuola dell’infanzia accoglie ogni anno all’incirca sessanta bambini e bambine. È un luogo ricco di scoperte, che riconosce la centralità del bambino/a e si pone come ambiente educativo rispettoso della loro età e dei loro tempi di apprendimento e della loro unicità. La scuola promuove la conquista dell’autonomia, la maturazione dell’identità, lo sviluppo delle competenze e lo sviluppo del senso di cittadinanza attraverso i campi di esperienza.

Nido integrato

Il nido accoglie circa trenta bambini e bambine. Le attività, progettate e pianificate di anno in anno in base al gruppo di bambini iscritti, sono volte ad accompagnare ed incoraggiare i piccoli nel percorso di conquista della propria autonomia, attraverso situazioni di gioco stimolanti, ambienti rassicuranti e spazi predisposti in base alle esigenze delle diverse fasce d’età. Gli spazi all’aperto sono utilizzati in ogni stagione e offrono la possibilità di osservare la natura e i suoi cambiamenti.

LA STRUTTURA

La scuola dell’infanzia dispone di quattro aule, a cui si aggiungono un’aula per la psicomotricità, il laboratorio di musica e la biblioteca.
La mensa e la sala per il riposo pomeridiano, così come i servizi igienici, sono a misura di bambino e sono separati dai servizi ad uso degli adulti. Non può mancare il grande salone, dove alla mattina vengono accolti i bambini.

Il nido utilizza due aule dedicate, di cui una diventa all’occorrenza il dormitorio. Oltre al chiostro, utilizzato per l’accoglienza dei bambini e il loro ricongiungimento con i genitori, il nido dispone di un’area dedicata del grande salone, di due aree ad uso refettorio tra loro comunicanti e di servizi igienici separati.

Gli ampi spazi esterni sono utilizzati sia dalla scuola dell’infanzia sia dal nido integrato: l’ampio giardino, ombreggiato da alberi ad alto fusto, è diviso in due zone tra loro comunicanti, dispone di un’area in ghiaia ed è attrezzato con molti giochi; vi è poi una seconda zona esterna, in ghiaia ed ombreggiata, attrezzata con altri giochi ed una grande sabbiera.
Vi è poi l’orto didattico che, durante l’anno, offre ai bambini la possibilità di osservare il mutare delle stagioni, nonché momenti speciali per relazionarsi con la natura e fra di loro.


LA STORIA DELLA SCUOLA

Il vescovo Sigismondo Brandolini, che era stato il primo parroco di Solighetto, valutava la possibilità di istituire un asilo. Nel 1874 annotò nel suo calendario personale: “Disegno di aprire una scuola ad asilo… onde raccogliere i piccoli bambini di ambo i sessi vaganti da mane a sera per le strade ed abbandonati ai pericoli e ai cattivi esempi d’ogni maniera, essendo i loro genitori costretti a stare l’intera giornata nei campi e nelle fabbriche per guadagnarsi con che vivere”.

Nel Borgo Castello, lungo l’attuale via Fabbri, a metà strada fra la chiesa e l’odierna scuola materna, un locale di fortuna venne adibito provvisoriamente ad asilo: consisteva in due stanze ed un cortile e il pavimento del pianterreno era costituito da un acciottolato sul quale, per motivi igienici, spargevano un po’ di paglia. Era gestito dalle due anziane maestre sorelle Zannoni che custodivano una ventina di bambini. Si giocava sull’acciottolato e sul prato antistante. “Un giorno,” ricordava negli anni Novanta Biagio De Nardo, classe 1903, “bussarono alla porta; si presentò uno che faceva ballare l’orso…”

Al 10 giugno 1922 risale l’atto di compravendita del terreno su cui sorge oggi la scuola materna, fra l’allora parroco don Antonio Santin ed il sig. Padoin Giovanni, rogito stipulato alla presenza del notaio Giuseppe Cangelosi di Conegliano.
Il 20 maggio 1923 è posta la prima pietra ed il 24 febbraio 1924 l’edificio venne ritenuto agibile. Senza contare la manodopera ed il trasporto del materiale gratuito, il costo dell’opera ammontò a Lire 161.995,47 cui si fece fronte soprattutto con le periodiche offerte dei Solighettesi.

Il 7 maggio 1924 venne stipulata a Venezia la prima convenzione fra l’allora parroco don Antonio Santin e la superiora delle Figlie di San Giuseppe suor M. Cristina Minchio. Il parroco affidò alle suore la direzione dell’Asilo, della Scuola femminile di lavoro, della Scuola parrocchiale di religione, del doposcuola, del ricreatorio femminile e delle rispettive Congregazioni ed Associazioni femminili della parrocchia. Alle suore venne ceduto l’uso del fabbricato arredato del necessario e il reddito del brolo annesso. Ad ognuna delle quattro suore venivano corrisposte Lire 5 giornaliere.

17 agosto 1924, la solenne inaugurazione della Scuola
Questa la cronaca della giornata. Alle ore 9 S. Messa per i caduti, seguita da breve funzione funebre. Sfilata del corteo dalla chiesa all’Asilo. Benedizione dell’Asilo “Monumento ai caduti” al suono dell’inno Il Piave. Discorso di mons. Vescovo. Parole del N. H. conte Gerolamo Brandolini, senatore del Regno. Parole del cav. avv. Dario Burei, sindaco del comune. Suono dell’inno Il Grappa. Segue il discorso del prof. architetto Giovanni Possamai, progettista benemerito dell’Asilo, oratore ufficiale. Suono della Marcia Reale. Nel salone dell’asilo ha poi luogo la consegna della medaglia d’oro alla benemerita maestra Emilia Fontanive, per quarant’anni illustre insegnante a Solighetto, per la quale dice parole di encomio il commissario dott. Gregorio Nardi, Provveditore agli Studi. Viene infine offerto dal Municipio alle autorità il Vermouth d’onore.

Nel settembre 1924 la nuova struttura funzionava a pieno ritmo. L’asilo contava 90 bambini. Erano poi 70 le “figliolette in Scuola di lavoro” ed il Ricreatorio domenicale era frequentato da almeno un centinaio di “docili, buone e rispettose figliole”.
Nell’ottobre 1925 l’asilo cominciava ad attraversare qualche difficoltà finanziaria. L’ex parroco Santin, trasferito da poco a Scomigo ma ancora direttore dell’asilo, scrisse alla superiora generale invitandola a fare di necessità virtù, “a titolo di vera carità, fintanto che il brolo darà un reddito maggiore”. Anche il nuovo parroco don Antonio Mazzer, paventando il rischio che l’asilo potesse chiudere l’anno con un mese d’anticipo, scrisse alla superiora il 26 maggio 1926: “È certo che dato il mese critico che stiamo per passare, critico per i lavori pressanti della campagna e dei bachi da seta, è assolutamente impossibile chiudere l’asilo e dare il mese di vacanza anticipata; sarebbe andare incontro a dei giusti lagni da parte delle famiglie…”.

Nel 1935 le difficoltà economiche sembrarono superate ed il parroco don Mazzer stipula con la madre generale Rosaria Carraro alcune modifiche della convenzione del 1924 in senso più favorevole alle Suore.

Negli anni Cinquanta l’asilo visse un periodo particolarmente favorevole e continuarono i lavori di sistemazione dell’asilo. Il 24 gennaio 1960, durante la commemorazione della battaglia di Nikolajewka, il parroco don Sartorello benedisse le nuove opere costruite nel corso degli anni 1958-59 ed in particolare la facciata.

Negli anni Ottanta e Novanta la scuola fu interessata da continue migliorie. La chiesa venne trasformata in refettorio, mentre venne ricavata una cappella nella parte occidentale dell’edificio. La preziosa statua in gesso dell’Immacolata, opera dello scultore Paolo Possamai, trovò posto nell’atrio della scuola.
Intorno al 2000 l’edificio fu adeguato agli standard richiesti dalla nuova normativa statale.

Nel 2002 le suore Figlie di San Giuseppe, che per quasi ottanta anni avevano concorso alla promozione umana e cristiana dei fanciulli secondo il progetto educativo di mons. Luigi Caburlotto, fondatore della congregazione, furono costrette a lasciare la scuola materna di Solighetto per mancanza di vocazioni.
Nel 2005, con l’approvazione del Consiglio parrocchiale per gli affari economici e del Consiglio amministrativo diocesano, iniziarono i lavori di ampliamento della scuola materna. La costruzione della nuova ala dell’edificio ha consentito di ricavare una trentina di posti per il nido integrato, istituito l’anno prima, e di fornire nuovi spazi alla scuola materna.